martedì 3 maggio 2011

Sulle tracce di Frances Mayes

Cortona è un bellissimo borgo abbarbicato su un colle, in Val di Chiana, a circa 600 mt sul livello del mare. Confinando con la vicina Umbria, non si può proprio dire che i cortonesi siano dei genuini toscanacci, la cadenza del loro parlato tradisce infatti l’influsso delle terre vicine appartenenti ad altre tradizioni, a una storia e un paesaggio differente, in realtà non troppo! I cortonesi, orgogliosi delle proprie radici, hanno un carattere forte e borioso, degni discendenti degli etruschi, come ci ha raccontato Maria, la splendida signora che ci ha ospitato nel suo agriturismo durante questo week end appena passato.


Maria ci ha accolto in un luogo semplice, rurale, contadino, uscendo quasi trionfalmente dalla sua cucina passandosi le mani sul grembiule e salutandoci con affetto, ci ha fatto sentire come a casa, trattandoci come amici conosciuti da sempre. L’ingresso alla saletta del desinare (chiamarla “sala ristorante” non renderebbe davvero l’idea!) è costituita da un piccolo portoncino scuro, sulla cui toppa sono sempre appese le chiavi grazie alle quali dall’esterno gli ospiti possono accedere come e quando vogliono.  La casetta in pietra a noi destinata per il breve soggiorno, la Ginestra, 35 mq di autentica semplicità, ci ha regalato attimi di raccoglimento che difficilmente si raggiungono nella vita quotidiana. Abbiamo apprezzato i brividi della sera, nonostante fossimo in primavera inoltrata, che ci hanno permesso di accendere il camino in pietra collocato nell’angolo opposto dell’ingresso nella piccola stanza a piano terra. La fascina di rami che trovavamo davanti alla porta ogni volta al nostro rientro, le torte fatte in casa che ci sono state offerte a colazione, il canto degli uccellini anche durante la notte, i serramenti cigolanti, le pietre annerite dal muschio, la televisione assente mi hanno permesso di calarmi nella realtà fatta delle cose semplici, ricordandomi ciò che nella vita è davvero importante.


Tempo fa, casualmente, facendo zapping, mi sono imbattuta in un film che non poteva non attrarre la mia attenzione: "Sotto il sole della Toscana", tratto dall’omonimo libro Under the sun of Tuscany, di Frances Mayes. La storia trae spunto dall’esperienza personale della scrittrice, la quale, dopo una sofferente pratica di divorzio, durante un viaggio in Toscana, decide di acquistare Bramasole, un’antica villa a Cortona. I lavori di restauro della casa andranno di pari passo con un percorso che rimetterà insieme i pezzi della vita distrutta della donna permettendole di riconquistare la felicità;  ovviamente, come spesso succede, il film non rimane strettamente aderente alle pagine del libro, il quale con più forza riesce a trasmettere tutte le sensazioni e le percezioni di un’americana che fa sue le tradizioni di una vita in Toscana, ma evoca comunque il desiderio di conoscere più da vicino gli ambienti ritratti nelle scene, soprattutto per una appassionata come me di questi luoghi.  Ecco che comincia la mia ricerca di Bramasole, una ricerca molto facilitata, visto che tutti a Cortona sanno indicarti dove trovarla – ma le indicazioni migliori ci sono state fornite dalla nostra Maria :)  Per giungervi, si percorre una suggestiva stradina incorniciata da alti cipressi, e non ci si può sbagliare: Bramasole appare in alto, sfoggiando il suo caratteristico intonaco rossastro, circondata da tanto verde. E’ strano come sia possibile sentirsi più vicino a una persona soltanto osservando con i propri occhi il luogo in cui vive. Bramasole, la villa che desidera il sole – i cortonesi sono speciali nel dare il nome alle loro case! Da una indiscrezione pare che la scrittrice non abiti più lì. A me piace immaginare il contrario.


La villa utilizzata nel film è però in realtà Villa Laura, che all’epoca non era ancora restaurata e ben si prestava per girarvi le scene di regia. Oggi la casa si presenta così come io la posto e ben vi si riconosce il terrazzino da dove Diane Lane si affaccia salutando il vecchio (Monicelli) che regolarmente si reca a cambiare i fiori alla madonnina di fronte.
Il fine settimana si è concluso, domenica sera siamo rientrati a casa consapevoli di tornare alla vita di tutti i giorni, ma carichi di bei ricordi. E ancora oggi, sollevando l’avambraccio e portandolo al naso, assaporo l’odore rimasto sul golf del fumo da camino, e con la mente torno a gettare rami secchi sul focolare alla Ginestra.